MOTORI
In Italia ne circolano 600 mila,
la maggior parte nei centri storici
Prove di crash, incidenti a 20 Km/h. Inquina come 200 city
car
In senato il decreto "salva
500"
Ma è polemica sull'auto più amata
E' pericolosa, consuma e emette
sostanze nocive anche da ferma
di VINCENZO BORGOMEO
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FOTO - IL TESTO INTEGRALE DEL DISEGNO
DI LEGGE
ROMA - Inizia l'iter parlamentare per salvare la vecchia 500. Un
disegno di legge bipartisan, che modifica addirittura il codice della strada,
intende infatti consentire la circolazione nelle aree urbane di tutte le auto
con cilindrata inferiore ai 1000 cc e con almeno 25 anni di età, che devono
essere regolarmente revisionate. Una soluzione incredibile, voluta per salvare
precisamente la Fiat 500, una macchina che - nostalgia a parte - è una vera
minaccia per l'ambiente. Nel provvedimento presentato al senato si parla di una
vettura "sopravvissuta in poche unità e che ha un impatto ambientale
relativo all'inquinamento atmosferico irrilevante".
Non si capisce a quali dati attingano perché la realtà è ben diversa: una Fiat
500 inquina - se ha il motore nuovo, appena rifatto - come 200 (duecento)
moderne piccole utilitarie. Ma se il bicilindrico brucia olio (ossia quasi
sempre) il rapporto diventa di 1 a oltre 300. Cioè ci vogliono più di 300 auto
per produrre lo stesso inquinamento di una vecchia 500. Ma non è tutto: la Fiat
500 non è una mosca rara, non è una Jaguar E o una Topolino: in Italia ne
circolano ancora tantissime: oltre seicentomila. E tutte concentrate proprio
nei centri storici, dove si dovrebbe combattere di più l'inquinamento.
La più vecchia è del 1957. Un numero pazzesco, soprattutto considerando
che di più moderne Uno e 126 ce ne sono rispettivamente 700.000 e 300.000. E
che la più giovane è uscita dalle catene di montaggio Fiat nell'estate del 1975
e che la più vecchia è datata 1957. Nessuna auto al mondo si è salvata dalla
sfascia carrozze in così tanti esemplari. Soprattutto in rapporto alla sua
“limitata” produzione: 3.678.000 esemplari della 500 sono di certo
tanti ma, rispetto ai 22 milioni del Maggiolino Volkswagen, una vera miseria. Inoltre
i 600 mila esemplari ancora “vivi” testimoniano le eccezionali
qualità di questa vettura, praticamente indistruttibile.
Certo, i sentimenti contano. Contano eccome nel mondo dell'automobile, ma il
segreto della longevità della 500 sono altri: il poter circolare con una
vettura che con qualche sacrificio può ospitare anche 5 persone, il dover
spendere pochissimo per i pezzi di ricambio e il poter contare su una
robustezza meccanica unica. Senza contare poi un'altra incredibile
caratteristica della 500: le sue magiche dimensioni. Questa Fiat deriva infatti
dalla celebre Topolino, costruita appositamente per contenere i costi di
produzione al massimo diventando subito la macchina più piccola al mondo
prodotta in serie. Per questo la 500 è lunga solo 2,89 metri e, soprattutto, è
larga appena 1,32 metri (cioè mediamente trenta centimetri in meno di tutte le
moderne utilitarie).
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E questo consente ai suoi entusiasti proprietari una manovra impossibile a tutti
gli altri che guidano una moderna city car: riuscire a parcheggiare “ a
coltello” fra le macchine parcheggiate in fila. Lo spazio, nel caotico
traffico urbano, è un bene preziosissimo e, di fronte a questi evidenti
vantaggi, passano in secondo piano tutti gli altri problemi che la 500 ha con
la sicurezza.
Qualche esempio? Le cinture di sicurezza sono state introdotte solo alla fine
della carriera della 500, ma vista la forma dei piccoli sedili secondo molti
esperti sarebbe meglio non indossarle mai, il serbatoio davanti può esplodere
in caso di urti, la visibilità posteriore è critica, e altro ancora. Tutto
comunque si può riassumere in un solo dato: ad appena 20 Km/h in una prova di
crash contro un ostacolo fisso chi è a bordo di una 500 non ha nessuna
possibilità di salvarsi (attualmente tutte le auto garantiscono l'incolumità
dei passeggeri fino nello stesso test fino alla velocità di 55
Km/h).
Quello che però fino ad oggi è passato completamente in secondo piano, e che
ormai non potrà più essere ignorato, è il problema dell'inquinamento. Abbiamo
scritto che una Fiat 500 inquina come 300 nuove automobili. Il dato, per quanto
incredibile, è assolutamente vero, e la fonte sono le stesse case
automobilistiche che hanno effettuato prove di laboratorio: soprattutto per
quanto riguarda le emissioni di idrocarburi incombusti e di olio che finisce
nella camera di scoppio e quindi poi viene buttato nell'atmosfera (chi ha una
vecchia 500 conosce bene il consumo di lubrificante di questa macchina), la simpatica
Fiat è un vero problema. Abbiamo preso ad esempio la 500: per noi è la più
amata. Ma il discorso vale anche per le sue tante "colleghe", tipo
2Cv o R4.
Ma d'altra parte sarebbe stupido pretendere prestazioni moderne da una vettura
progettata esattamente 50 anni fa. La macchina fu presentata infatti solo
nell'estate del 1957, ma la sua gestazione era cominciata molto prima. Al suo
lancio costava 465 mila lire, aveva una velocità massima di 85 Km/h e un motore
di 479 cc da 13 Cv (meno di una Vespa moderna). La cosa che nessuno sa, però, è
che alla sua presentazione la macchina fu un vero fiasco.
D'accordo risparmiare, ma qui si esagerava: bulloni in vista sulle ruote, vetri
fissi, nessuna finitura e molto altro ancora fecero storcere il naso a quegli
automobilisti ormai “viziati” dal “lusso” della 600
presentata appena due anni prima. Certo, quest'ultima costava 25 mila lire in
più, ma era di un altro pianeta.
Così la Fiat al salone di Torino dello stesso anno dovette correre ai ripari
presentando, insieme alla versione “Economica” (praticamente
identica alla prima serie salvo il motore potenziato), la “Normale”
che aveva piccoli miglioramenti di carrozzeria come le visiere sui fari,
cristalli laterali discendenti, comandi luci e indicatori di direzione al
volante, cromature sulle fiancate, coprimozzi alle ruote e piccolo sedile
posteriore imbottito.
Lo strano record. La 500 detiene anche un altro singolare record: è una
delle vetture al mondo che inquinano di più anche se non vengono usate. Anche
se sono ferme, parcheggiate in tutta tranquillità. Gli esperti, queste le
chiamano “emissioni passive”, e riguardano tutte le evaporazioni di
benzina o olio provenienti dal serbatoio, dal carburatore, dai giunti meccanici
delle ruote e da molti altri dettagli: per la particolare disposizione del
sistema di alimentazione, infatti, la 500 è in vetta a questa particolare
classifica.
Qualcosa sta però cambiando e i possessori di Fiat 500 iniziano a trattare la
macchina come una vera auto d'epoca e non più come un'auto da usare tutti i
giorni. I tempi cambiano.
Ma se viene approvato il decreto "salva 500" queste piccole,
simpatiche macchinine torneranno a popolare le nostre città. La
"palla" passa alla Commissione lavori Pubblici (relatore Celestino
Pedrazzini della Lega, vice presidente della commissione trasporti e
comunicazione del Senato) che domani esaminerà il provvedimento presentato un
anno fa da Luciano Magnalbò (An) e Cesare Salvi (Ds).
Il suo varo è previsto entro il 2005 e propone anche l'abolizione del bollo per
le auto con 25 anni di età (oggi l'esenzione riguarda vetture con più di 30
anni). Il costo dei passaggi di proprietà per le vecchie Fiat sarà fissato in
50 euro.
Immediata la reazione del presidente del Fiat 500 Club, ma
anche degli ambientalisti: "E' una proposta pazzesca - ci ha dichiarato
Eremete Realacci, parlamentare e presidente di LegaAmbiente - che aprirebbe il
varco a infinite altre variazioni sul tema. Io penso che non si possano fare
scelte così importanti legate al traffico urbano facendosi guidare dalle
proprie passioni giovanili. E' come pensare di risolvere i problemi del calcio
regalando rigori alla mia propria squadra del cuore. Mi sembra più un'occasione
di dibattito che non una proposta seria. Non credo che gli italiani siano così
primitivi da guardare con favore a proposte estemporanee. Con tutta la simpatia
anche sentimentale che ho con la 500 non me la sentirei di appoggiare questa
folle proposta".
(26
ottobre 2004)